Tel/Fax : 081 5937931 - 0815930809 info@centrodiagnosticonardi.it

Con l’aumentare dell’età media e il miglioramento delle tecniche di soccorso e chirurgiche legate al cuore, non è più una cosa rara sopravvivere ad un infarto miocardico o ad una problematica cardiaca; di contro però, come conseguenza aumentano sempre più i casi di insufficienza cardiaca.

L’insufficienza cardiaca (indicata anche con la sigla IC) è una sindrome in cui il cuore non riesce a fornire il sangue nell’apporto corretto rispetto alle richieste dell’organismo; può indicare anche la capacità del cuore di riuscire a pompare correttamente il sangue, ma aumentando la pressione del riempimento dei ventricoli, con valori superiori alla norma.

Perciò l’insufficienza cardiaca può dare come conseguenza lo scompenso cardiaco, anche se a volte sono erroneamente usate come sinonimi, poichè lo scompenso cardiaco può accompagnarsi all’insufficienza cardiaca.

Insufficienza cardiaca: cos’è? Ecco come riconoscerla

Premesso che un’insufficienza cardiaca può portare (ma non necessariamente) ad uno scompenso cardiaco acuto, possiamo effettuare una serie di distinzioni:

  • parliamo di insufficienza cardiaca compensata quando, ad esempio abbiamo una stenosi di una valvola oppure della valvola aortica ed il cuore per compensare aumenta il lavoro per pompare il sangue agli stessi livelli di pressione. Il sangue viene così pompato, ma le pareti del ventricolo si ispessisce per mantenere la gittata corretta, generando una ipertrofia ventricolare. Siccome è compensata, non sono i valori pressori a metterci in allarme, ma all’esame ecografico del cuore si vede l’ipetrofia.
  • parliamo di insufficienza cardiaca acuta come sintomo che accompagna un infarto del miocardio, con sintomi simili a quelli dell’insufficienza cardiaca scompensata, ma più gravi o ad esordio più grave o che peggiorano improvvisamente.
  • parliamo invece di insufficienza cardiaca scompensata quando la valvola cardiaca funziona sempre peggio (ad esempio la valvola aortica) ed il cuore nonostante l’ipertrofia non riesce più a compensare il cattivo funzionamento delle valvole. In questo caso, abbiamo un cambio patologico della pressione, tale da essere definita ipertensione venosa polmonare passiva e dei sintomi evidenti.

Sintomi insufficienza cardiaca scompensata

  • Ipertensione venosa polmonare passiva.
  • Edema interstiziale (ristagno cioè dei liquidi nel corpo).
  • Dispnea da sforzo (ossia durante lo sforzo aumenta la richiesta di ossigeno ma il corpo non riesce a soddisfarlo).
  • Edemi declivi (cioè gambe e caviglie gonfie; dipende dall’aumento di post carico sul cuore destro).
  • Turgore giugulare, detto anche segno di Kussmaul, dove la giugulare ha un rilevo particolare sotto la pelle.
  • Oligouria, ossia ridotta pressione delle arteriole renali. Ed ecco perchè l’insufficienza cardiaca e l’insufficienza renale sono collegate, perciò chi ha problemi cardiaci deve controllare periodicamente i reni e viceversa.

Tutti questi sintomi se trascurati causano la comparsa dello scompenso cardiaco .

Per questo motivo, è bene tenere sotto controllo il cuore poiché una insufficienza cardiaca senza particolari sintomi può andare avanti per anni, con il paziente che sembra anche in buona salute, prima di determinare una fase di insufficienza cardiaca scompensata che porta ad uno scompenso cardiaco vero e proprio.