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Cuore e montagna, possono convivere? Sì, se si seguono raccomandazioni precise e si conoscono i propri limiti

Cuore e montagna non sono necessariamente antagonisti; è possibile godersi serenamente l’esperienza della natura ad alta quota attenendosi a poche e chiare raccomandazioni.

Se è vero che l’altezza provoca una serie di alterazioni a livello cardiovascolare, in termini di produzione di adrenalina e pressione polmonare, d’altra parte queste alterazioni non causano necessariamente una patologia, né determinano un peggioramento della propria situazione di base.

Due sono i fattori fondamentali da valutare:

  • Le attività da svolgere in montagna
  • La quota che sarà raggiunta

Cardiopatici e altitudine: alcuni chiarimenti

Una prima importante rassicurazione: i cardiopatici possono andare in montagna e non necessariamente stare a riposo. Detto questo però, va sottolineato un aspetto molto importante, ovvero non superare i 2500 metri di altitudine, poiché a questa altezza i disturbi di base possono andare incontro ad un peggioramento.

Quindi, ad un’altezza inferiore ai 2500 m, pur non sottovalutando i propri disturbi cardiovascolari, è possibile godersi pienamente la beltà del paesaggio montano.

Una raccomandazione per ogni patologia cardiaca

Il paziente che:

  • Ha avuto un infarto del miocardio: deve evitare di andare in montagna entro le prime 2 settimane dall’evento
  • Ha una severa cardiopatia (valvolare, coronarica, congenita): si raccomanda di non superare i 2000 m di altezza e di limitare gli sforzi fisici sui 1500
  • Possiede un pacemaker: il congegno non presenta variazioni funzionali in montagna, quindi oltre alle precauzioni di routine, il paziente non è obbligato a cambiare ulteriormente le proprie abitudini
  • Soffre di ipertensione: questo soggetto deve stare piuttosto attento alla montagna e contattare sempre il proprio cardiologo di fiducia prima di prendere qualsiasi decisione
  • Presenta una cardiopatia stabile: per questa categoria non vi sono particolari raccomandazioni, poiché la montagna non determina effetti controproducenti per questi soggetti

Se fino a poco tempo il binomio cuore-montagna era assolutamente sconsigliato, oggi i cardiopatici potranno vivere la montagna con serenità, adottando poche ma fondamentali precauzioni.